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Pluriplurimo (a Emilio Vedova)
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Pluriplurimo (a Emilio Vedova), 600 x 200 cm, 2016.

Modello in legno, cartoncino, fogli di PVC e vetro sintetico. 70 x 25 x 4 cm.
Pluriplurimo trae ispirazione dai "Plurimi", opere degli anni '60, in cui "Vedova stacca il quadro dalla parete e lo installa nello spazio tridimensionale, smembrando la superficie pittorica in un insieme di elementi frammentati, diversamente distribuiti nello spazio, separati, eppure connessi e aggregati a formare “nuclei di energia attiva" (E. Longari).
Essi "non sono scultura né pittura ridotta all’oggetto: sono pittura strutturalmente nuova, condotta su molti piani, con molte eventualità di visione" (G. C. Argan).

Il lavoro è composto da una parete di fondo (dimensioni 600 x 200 cm) formata da un "mosaico" di 108 tessere/texture quadrate, di nove tipologie, variamente disposte sulla parete.
Ciascuna di queste nove texture è a sua volta composta di quattro frammenti appartenenti a opere (spesso gli stessi Plurimi) o fotografie con l'artista, replicati specularmente a formare un modulo di 16 elementi.
Su piani antistanti, come elementi che possono scorrere su guide orizzontali - analogamente ai "Plurimi" - si trovano una grande fotografia (di Paolo Gasparini) di Vedova stesso, e l'opera "Sbarramento" del 1951.
Queste immagini sono rese "trasparenti" nelle zone più chiare, in modo da far emergere la texture di sfondo.
Pluriplurimo. Modello. Viste frontali e di scorcio.
Tessere/texture della parete di fondo del Pluriplurimo.
Pluriplurimo. Dettaglio della parete di fondo.